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A Roma apre al pubblico l’area archeologica del Circo Massimo

Roma – A Roma apre per la prima volta al pubblico l’area archeologica del Circo massimo, il più grande edificio per lo spettacolo


dell’antichità. Da giovedì 17 novembre sarà aperta con ingresso da Piazza di Porta Capena.


Viene, dunque, restituito alla Capitale uno dei suoi luoghi simbolo, collegato dalla leggenda alle origini stesse di Roma. La visita sarà possibile fino all’11 dicembre dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 16 (ultimo ingresso ore 15); dal 12 dicembre il sabato e la domenica dalle 10 alle 16 (ultimo


ingresso ore 15) e dal martedì al venerdì su prenotazione allo 060608.


All’inaugurazione era presente anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi che, parlando con la stampa, ha elencato ciò che per lei è necessario per una maggiore salvaguardia del patrimonio artistico e culturale cittadino.


“Sicuramente un maggior controllo e monitoraggio – ha detto – e altrettanto sicuramente sviluppare quella coscienza civica e collettiva che forse un po’ manca quindi imparare tutti a pensare che i beni pubblici sono beni nostri e non beni di nessuno”.


I lavori di riqualificazione dell’area sono iniziati nel 2009 ad opera dell’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali e l’Ufficio Città Storica e con il contributo tecnico di Zetema Progetto Cultura.


Con 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza, nel corso dei secoli il Circo Massimo ha vissuto innumerevoli trasformazioni. È stato teatro di manifestazioni pubbliche di ogni genere: competizioni ippiche, cacce con animali esotici, rappresentazioni teatrali, esecuzioni pubbliche, ma anche processioni religiose e trionfali. In seguito l’area è divenuta luogo di passaggio dell’acqua Mariana, ha ospitato coltivazioni agricole e mulini, è divenuta proprietà privata, cimitero degli Ebrei per poi ospitare impianti del Gazometro, magazzini, manifatture, imprese artigianali e abitazioni.


Da oggi, invece, sarà possibile visitare un tratto delle antiche gallerie, una grande vasca-abbeveratoio di travertino e alcune delle stanze che venivano utilizzate come locande, negozi di alimentari, magazzini, lupanari, lavanderie, e anche uffici di cambiavalute per le scommesse sulle corse dei cavalli.