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8 marzo, immigrate e rifugiate: “Siamo donne anche noi”

Roma – Donne anche noi”. Sono donne anche la rifugiata dalla Costa d’Avorio accolta nel centro Astalli di Roma, che ha fondato una piccola impresa di catering; o la rifugiata etipe che in Val di Gresta, in Trentino, gestisce 80 pecore e un’azienda agricola; e Princess Okokon, ex vittima di tratta, che oggi è diventata mediatrice del Progetto Integrazione Accoglienza Migranti di Asti. Storie di fuga e di riscatto; donne che diventano protagoniste di un incontro, promosso da Emma Bonino e dai Radicali Italiani, dal titolo “Donne anche noi”. Un appuntamento per celebrare in modo diverso la giornata dedicata alle donne, dando spazio alle storie di immigrate che hanno lottato per affermarsi in Italia.


Come spiega Bonino: “Dà voce a una parte del Paese che tanta voce non ha, sono le donne integrate, sono anche quelle 800mila badanti che abbiamo in casa. E sono anche storie drammatiche di fuga e di riscatto che ti danno l’impressione vera di riscatto che hanno potuto tirare fuori nonostante esperienze drammatiche. Manca la rappresentanza delle donne ancora clandestine, circa 500mila clandestini nel nostro Paese. E’ per loro e con loro che vogliamo iniziare questa grande campagna di superamento della Bossi-Fini per l’integrazione di queste persone”.


Per la storica esponente dei radicali, in tema di immigrazione occorre voltare pagina: “E’ bene superare una legislazione antica e repressiva, la Bossi-Fini e cercare di farne una che affronti il problema delle integrazioni”.


Con questo esecutivo, sarà un percorso legislativo lungo? “Sappiamo che è una battaglia lunga, ma io non ne ho mai fatto di brevi, non mi è mai capitato”.