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ChatGPT arriva nelle scuole: l’intelligenza artificiale rivoluzionerà l’educazione?


L’inarrestabile progresso tecnologico ci dota, ogni giorno, di nuovi strumenti e applicativi sempre più sbalorditivi. Negli ultimi anni si è parlato tantissimo dell’intelligenza artificiale, l’apparentemente magico “aiutante” in grado di svolgere compiti normalmente destinati all’uomo e al suo sistema cerebrale. È uno strumento sicuramente controverso e, in questi giorni, la polemica si è particolarmente infiammata perché si è parlato di introdurre l’IA nelle scuole.


Cos’è l’intelligenza artificiale e perché alcuni temono la sua introduzione nelle scuole


L’IA viene oggi utilizzata negli ambiti più disparati: nella produzione e montaggio video, nella computer-grafica o nella stesura di un testo scritto, si rivela un compagno spesso utile, anche solo per velocizzare le fasi della produzione. Già in passato, molte volte sono stati sollevati alcuni interrogativi sugli aspetti controversi dell’Intelligenza Artificiale e sui rischi connessi alla sua applicazione. La questione non si placa, soprattutto ora che OpenAI, l’azienda dietro a ChatGPT, ha rivelato al mondo di essere al lavoro per introdurre il loro software di intelligenza artificiale nelle scuole. Durante un evento a San Francisco, infatti, un portavoce dell’azienda ha annunciato che attualmente sono in corso approfondimenti per esplorare le potenziali applicazioni di questa tecnologia nel contesto educativo. Queste dichiarazioni hanno generato molte polemiche, visto che già in passato, diversi, fra docenti e personale scolastico, avevano espresso le loro perplessità circa l’utilizzo di strumenti di questo tipo da parte dei ragazzi, che potrebbero sfruttarli come scorciatoia per imbrogliare nei compiti.


Non è di questo avviso OpenAI, che ha fatto presente come esistano numerosi modi in cui ChatGPT potrebbe rivelarsi utile per l’insegnamento: l’intelligenza artificiale, infatti, potrebbe svolgere il ruolo di “tutor” per gli studenti ed essere particolarmente d’aiuto per supportare le esigenze degli alunni con disabilità e bisogni speciali. E, ancora, potrebbe assistere i docenti nella stesura dei compiti e nella generazione delle domande da sottoporre. Insomma, una questione spinosa ma importante, perché potrebbe completamente rivoluzionare il mondo dell’educazione per come lo conosciamo oggi.


Foto: Unsplash.