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Chi è Pietro Parolin, il cardinale più vicino al potere vaticano tra i possibili successori di Papa Francesco


Con la scomparsa di Papa Francesco, si apre ufficialmente il tempo del Conclave e, con esso, l’attenzione globale si concentra su chi potrebbe essere il suo successore. Tra i nomi più forti e consolidati, c’è senza dubbio quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e uno degli uomini più influenti del pontificato appena concluso.


Ma chi è Pietro Parolin? E perché il suo nome è in cima alla lista dei “papabili”?


Una carriera tutta dentro la diplomazia vaticana


Nato a Schiavon (Vicenza) il 17 gennaio 1955, Pietro Parolin è un cardinale italiano con alle spalle una lunghissima carriera nella diplomazia vaticana. Ordinato sacerdote nel 1980, si è formato all’Accademia Pontificia Ecclesiastica e ha ricoperto incarichi delicatissimi in paesi complessi come il Nigeria e il Messico, prima di essere nominato nel 2009 nunzio apostolico in Venezuela.


Nel 2013, pochi mesi dopo l’elezione di Papa Francesco, Parolin è stato chiamato a ricoprire il ruolo di Segretario di Stato Vaticano, il secondo incarico più importante della Chiesa cattolica dopo quello del Papa stesso.


Il “Premier” del Vaticano


Nel suo ruolo di Segretario di Stato, Parolin è stato il braccio destro di Papa Francesco in ambito diplomatico, politico e organizzativo. Ha gestito relazioni con governi e capi di Stato, firmato accordi internazionali (tra cui il discusso accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi), e mediato in crisi internazionali.


Dotato di un profilo sobrio, pragmatico e altamente istituzionale, Parolin è stato spesso descritto come un “Premier vaticano”: riservato ma potentissimo, equilibrato ma molto influente.


Perché è tra i papabili


Il nome di Pietro Parolin circola tra i più accreditati per diversi motivi. Innanzitutto per esperienza: conosce la macchina della Curia meglio di chiunque altro, ha relazioni consolidate con cardinali di ogni parte del mondo e gode di una reputazione di uomo moderato e capace.


Inoltre, la sua figura potrebbe rappresentare un ponte tra continuità e riforma: vicino a Papa Francesco, ma anche accettabile per le correnti più tradizionali del Sacro Collegio. Potrebbe essere percepito come un “Papa di transizione” ma anche come una guida sicura in tempi delicati, capace di portare avanti l’aggiornamento della Chiesa senza rotture.


A differenza di altri candidati più pastorali o missionari, Parolin porterebbe con sé un profilo marcatamente diplomatico e politico, che potrebbe servire alla Chiesa in una fase storica in cui le sfide internazionali – guerre, migrazioni, rapporti con le superpotenze – richiedono competenze precise e relazioni solide.


Foto: LaPresse.