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Ambra, Martina e Monica: chi sono le “Charlie’s Angels” che hanno conquistato Tokyo 2020

Tre atlete hanno colorato col tricolore il podio dei 100 metri categoria t63 (atleti con protesi a un arto) lo scorso sabato 4 settembre: Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto hanno sicuramente scritto una pagina dello sport italiano con la loro impresa.

Tre donne straordinarie, piene di grinta e tenacia, che la Gazzetta ha raccontato per celebrare la loro splendida vittoria alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.



Ambra Sabatini è nata a Porto Ercole (Grosseto) e ha compiuto 19 anni lo scorso 19 gennaio. Ha subito l’amputazione della gamba sinistra al sopra del ginocchio a seguito di un incidente in scooter nel giugno del 2019, che ha superato anche grazie all’affetto dei suoi cari e dei suoi amici, ma anche dei compagni di atletica.

Prima di intraprendere la carriera nella velocità dei 100 metri si è dedicata anche al nuoto: “Ai normodotati vorrei dire che osservando persone come me non devono farsi abbattere dalle banalità della vita. A quelli che sono nelle mie stesse condizioni augurerei di provare le stesse sensazioni che sto provando io: nuove prospettive di vita e nuove ambizioni nello sport, nello studio e nel lavoro. E a quelli che non fanno nulla vorrei dire che non sanno quante emozioni si perdono”.



Anche la vita di Martina Caironi è stata stravolta da un incidente in motorino: quando aveva 19 anni, nel 2007, i medici furono costretti ad amputarle la gamba a seguito di uno scontro in scooter.

Già campionessa a Londra 2012 e Rio 2016, Martina ha anche superato un periodo nero a seguito di una squalifica per doping, perché aveva utilizzato una crema prescritta da un medico per una piaga, ma conteneva una sostanza proibita per le competizioni. La sua soddisfazione più grande è stata entrare nel Comitato Paralimpico delle Fiamme Gialle, oltre a essere rappresentante degli atleti nel Comitato Italiano Paralimpico. “Una volta accettata la propria diversità ci si può divertire: giocarci permette di viverla bene”.



Monica Contrafatto è stata Caporal maggiore in servizio in Afghanistan, dove è rimasta ferita in un attaccato a marzo 2012: le numerose ferite l’hanno costretta all’amputazione della gamba.

È stata la prima donna a ricevere la Medaglia al valore dell’esercito diventando Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica perché, dopo essere stata ferita, “con spiccato coraggio rifiutava le prime cure e incitava i propri commilitoni alla reazione”.

La sua carriera da atleta inizia guardando in TV l’oro olimpico di Martina Caironi, che l’ha spinta ad affrontare la vita sotto una chiave diversa: nel 2013 Monica ha ricevuto la protesi e ha iniziato ad allenarsi, conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio del 2016, anche in quell’occasione accanto alla sua collega Caironi.

Il pensiero di Monica, dopo la medaglia di bronzo a Tokyo 2020, è andato all’Afghanistan: “Un Paese che mi ha tolto qualcosa e mi ha dato molto, sogno di tornarci”.



Foto: LaPresse