Roma – Lattine e materiali riciclati trasformati in arte e “rivestiti” di nuova vita. Dal riciclo Fabio Ferrone Viola ha tratto la sua fonte d’ispirazione e con la sua arte ha deciso di lanciare un messaggio per l’ambiente. E’ di forte impatto la sua mostra “Crush – Manifesto globale” a Roma, fino al 31 luglio, al Complesso del Vittoriano, promossa dall’Associazione Michele Valori e curata da Paola Valori. Trenta opere realizzate per lo più con le lattine che ha raccolto, ma anche con tappi e altri rifiuti di plastica e il messaggio è positivo, molte opere hanno nel titolo la parola “Love”.
Artista nato a Roma, spesso in viaggio negli Stati Uniti fin da piccolo, Fabio Ferrone Viola ne è rimasto affascinato e influenzato e da amante della pop art, ha trovato una sua strada. Definisce “crushismo” la sua tecnica. “Crush è il rumore onomatopeico che fa la lattina quando viene schiacciata dalla macchina. Io comunque ho raccolto più di 5000 lattine per realizzare questa mostra e ho cominciato ad assemblarle e ho cercato di creare qualcosa di particolare e unico per raccontare lo spreco e la mia sofferenza, quindi la dimensione della rinascita di un oggetto lasciato in strada, io ci realizzo opere che entrearanno nei musei”.
Ha avuto un’intuizione quando ha iniziato a studiare le grafiche di alcuni prodotti americani, in particolare le lattine di Coca Cola con riferimenti legati al consumismo e all’identità nazionale e ha deciso di lavorarci su. Una parte della mostra è dedicata alle sue prime influenze americane ma le lattine vengono da tutto il mondo. Da qui il titolo, “Manifesto globale”.
“Io vado in giro sempre con una busta e un guanto di lattice per raccoglierle, le schiaccio o le trovo già schiacciate, ne ho una collezione enorme”.
“Il manifesto globale lo racconto su delle tele ma ce lo abbiamo sotto i piedi ogni volta, questa è l’idea”.
L’obiettivo ora è portare in giro la mostra, come un progetto itinerante per richiamare l’attenzione sull’urgenza del disastro ecologico.
“Cercare di sensibilizzare a riutilizzare, riciclare l’idea del consumo a favore dell’ambiente e di noi stessi, perché vuol dire riaspettare il prossimo”.