Stefano Mancuso, rinomato scienziato e botanico nonché Professore presso l’Università di Firenze e direttore scientifico della Fondazione per il Futuro delle Città, ha coordinato un gruppo di esperti nell’elaborazione di un’innovativa ricerca. Lo studio, pubblicato su Nature Cities in anteprima nei giorni scorsi e realizzato in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Università Cà Foscari di Venezia, mette in luce le straordinarie potenzialità delle zone periurbane, ovvero le aree del globo che stanno fra la città e la campagna e che sono spesso trascurate o in stato di abbandono.
Il progetto delle “Foreste periurbane”
Secondo quanto emerso dalla ricerca, le aree periurbane, che fungono da transizione tra le zone urbane e quelle rurali, hanno il potenziale di ospitare tra 106 e 241 milioni di alberi. Escludendo le aree già destinate all’agricoltura, sarebbe possibile creare foreste periurbane contenenti un numero stimato di alberi compreso tra 34 e 101 miliardi. Questa prospettiva aprirebbe la strada a una serie di benefici significativi, tra cui la diminuzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità dell’aria e la preservazione della biodiversità.
Più alberi per contrastare il riscaldamento globale
L’obiettivo del progetto è quello di combattere il riscaldamento globale, che ha portato negli ultimi anni un importante innalzamento della temperatura terrestre e conseguenti problematiche ambientali da non sottovalutare. “Per contrastare il riscaldamento globale, la soluzione teoricamente è semplice: ridurre le emissioni di gas serra, in particolare di CO2, e al contempo assorbire il surplus di CO2 dall’atmosfera”, afferma Stefano Mancuso, coordinatore del progetto, che poi aggiunge: “Ridurre le emissioni comporta profondi impatti economici e richiede tempo, oltre che un impegno globale che al momento è difficile da garantire. D’altra parte, l’assorbimento di CO2 dall’atmosfera tramite la riforestazione non presenta ostacoli tecnici significativi e può offrire enormi benefici ambientali e occupazionali”.
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